La nostra Pianura Padana è uno dei luoghi più inquinati d’Europa e del mondo. La città di Alessandria per la sua collocazione geografica ne risente direttamente e presenta un tasso d’inquinamento tra i più elevati d’Italia.

La nostra industria delle costruzioni è strategica ma, così come quella automobilistica, subirà grandi sconvolgimenti nel breve periodo perché non si è aggiornata per rispondere velocemente ed adeguatamente alle sfide a cui andiamo incontro. Non parlo solo di cambiamenti climatici ma anche di nuovi valori su cui la società baserà il prossimo futuro.

Parlare di nuovi modelli del costruire, del produrre, dell’abitare e dello spostarsi, orientandoli alla sostenibilità ed alla qualità della vita, significa immaginare un futuro in grado di generare ricadute sociali, ambientali ed economiche alo stesso tempo.

Il progetto Cittadella è un progetto a scala quasi urbana, in un contesto che presenta grandi opportunità e forti caratteri simbolici, in un paesaggio che fatica a guardare avanti ma che cerca un’idea forte su cui rilanciarsi.

Creare un modello virtuoso, replicabile, sostenibile ed esportabile di città del futuro, nel quale tutto parla di innovazione, di ricerca e di opportunità. Concentrare le migliori tecnologie, esperienze e competenze per presentare tutto questo agli investitori ed ai partners industriali ed universitari è ormai imprescindibile.

Un modello che adotta le eccellenze funziona da catalizzatore per creare un luogo nel quale sperimentare nuove tecnologie, nuovi modelli sociali in grado di migliorare la qualità della vita delle persone e dell’ambiente che ci accoglie.

Perché ad Alessandria? Perché la Cittadella è una piccola città che presenta tutte le caratteristiche e le condizioni per immaginare il futuro: è solida, è sicura, è verde, è pressoché priva di infrastrutture e quindi pronta ad accogliere quelle nuove, è connessa, è vuota e soprattutto è bella!

Scommettere su Alessandria oggi è un gesto di coraggio ma con solide basi pratiche. Gli indicatori economici, ambientali e sociali sono negativi ma le condizioni logistiche e culturali dicono il contrario.

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